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Gli Adolescenti

"I cambiamenti adolescenziali li avevo notati, o meglio, me li sentivo addosso. Nuovi stimoli, trasformazioni, alti e bassi tipici dell'umore. Vibravo in fuori. Tutto sembrava spingere verso l'esterno. Sudavo fuori, la peluria di fuori necessitava di ceretta, avevo voglia di stare più fuori di casa, fuori mi divertivo, le risposte a mia madre venivano fuori spontaneamente, tiravo fuori l'arte oratoria per convincerla a farmi uscire"

da I nodi dell'anima, D. Graglia, Golem Edizioni.

Perché rivolgersi alla terapeuta?

Per consentire all'adolescente di riprendere il suo cammino di crescita là dove si è interrotto o è stato sospeso, sostenendolo e rinforzandolo nella delicata fase di sviluppo che sta attraversando.

La terapeuta non ricopre alcun ruolo familiare cui l'adolescente si relaziona: non è amica, non è genitore, non è insegnante, non è conoscente, non è allenatrice, ma professionista neutrale ed esterna capace di ascolto e di supporto nella relazione di aiuto.

Quando rivolgersi alla terapeuta?

Nel momento in cui sono stati fatti svariati tentativi ma nessuno ha dato esito positivo, né si è mostrato capace di modificare qualcosa e il livello di sofferenza permane invariato o comunque disfunzionale nell'adolescente in questione.

Come si fa terapia?

La terapia necessita del modulo di "Consenso informato" firmato da parte di entrambe i genitori.

Gli incontri hanno cadenza settimanale/quindicinale e comprendono sedute di consulenza e sostegno psicologico, colloquio e osservazione clinica e comportamentale, valutazione psicodiagnostica, somministrazione e interpretazione di test carta-matita, lavori espressivi in cui utilizzare svariate forme artistiche per parlare di sé e raccontarsi.

Sono previsti incontri di restituzione ai genitori in accordo con l'adolescente e colloqui di supporto alla genitorialità.